La diffusione del lionismo in America, Europa, Italia e nel mondo

Già alla Convention di Dallas gli Stati Uniti erano entrati nella Guerra Mondiale e quindi la compagine Lions si attestò in quel periodo bellico a 800 soci in 24 città e dieci Stati. Nel dopoguerra la crescita fu esponenziale dal 1917-18: 28 Clubs – 1526 soci; al 1919-20: 113 Clubs – 6451 soci; e così i Lions ritennero che fosse giunto il momento di varcare i confini degli USA.

Il 12 Marzo 1920, fu costituito un Lions Club in Canada a Toronto. Da questo momento cominciò un’espansione a macchia d’olio: i Club di Honolulu alle Hawaii; in Cina, con 55 soci per lo più europei ed americani. Il 15 Marzo 1927 il Club di Nuevo Laredo, Messico; Dal 1935 in poi Panama, Portorico, Colombia, Guatemala, Venezuela, Perù, Antille, ed anche in Australia. Un’annotazione particolare merita la nascita di un Lions Club, il 24 aprile 1948, in Kalaupapa, nell’isola di Molokai, Hawaii.
Infatti quest’isola era un lebbrosario e i soci fondatori del Club erano tutti affetti dal Morbo di Hansen (lebbra).

In Europa:

Il Lionismo sbarca in Europa nel 1948, in modo casuale. Infatti, un uomo d’affari svedese, Torgny Lange, che si trovava negli Stati Uniti per lavoro, dopo aver assistito ad una Convention Lions, ne rimase talmente colpito che, al suo rientro in patria, volle fondare, insieme ad alcuni amici, il Club di Stoccolma,che ricevette la Charter il 23 Maggio 1948.

Anche a Ginevra era stato costituito un Club- su spinta di Tony Delage, americano di origini francesi, dalla  Sede Centrale inviato a Parigi da Melvin Jones,il quale fortemente desiderava che l’Associazione si diffondesse anche in Europa –
Il 13 Ottobre 1948 ebbe la Charter il primo Club francese, a Parigi. Ed in un crescendo continuo, vennero inaugurati, nel 1949 il London Club di Londra, i Clubs di Oslo, Zurigo, Copenhagen e Helsinki.

Negli anni ‘50 Marocco,Islanda, Germania, Giappone, Portogallo, Grecia, Sud America.

Negli anni 1988-89, prima della caduta del muro di Berlino, cominciò la penetrazione Oltrecortina: Ungheria (6 Clubs), Polonia (3 Clubs), Estonia (2 Club). Successivamente Albania,Lettonia, Romania, Lituania, Ucraina,Repubblica Federale di Russia, Bulgaria, Croazia, Slovenia, Slovacchia.

In Italia

Dopo la diffusione in America negli anni 20 del ‘900 e la casuale nascita del primo Club europeo a Stoccolma nel 1948, il Lions approdò in Italia nel 1951 con il Club di Milano. ad opera di Herbert Harsagen, svizzero con affari a Milano e dello svedese Oscar K.Hausmann suo partner, che, socio del Club di Uppsala, illustrò le finalità della’Associazione in modo così convincente da indurre l’amico a prodigarsi per fondare il primo Lions Club in Italia.

Eminenti personalità della Milano d’elite aderirono e così il 28 febbraio 1951 fu omologato il Club di Milano ed alla presenza del Presidente Internazionale H. G. Petry jr. e del Governatore svizzero Hector von Salis, si festeggiò la Charter il 18 maggio dello stesso anno, presso il celebre ristorante Savini.

I ventidue soci  elessero come loro primo presidente l’Avv. Sigismondo Gobbi e come Segretario Oscar K. Hausmann.Per l’azione instancabile di quest’ultimo,protrattasi per circa venticinque anni,cominciano a nascere altri Clubs.

Il 1952 nasce il Club di Napoli, nel 1953 quelli di Firenze, Bergamo, Pescara, Como e Parma. Nel 1954 i Clubs di Venezia, Genova, Bolzano, Savona, Monza, Roma, Alessandria, Busto Arsizio, Reggio Emilia, Padova, Bologna, nel 1955 ventisei nuovi Clubs, tra cui Udine, Lucca, Sanremo, Cortina d’Ampezzo.

Nel 1956 altri ventisei nuovi Clubs, tra cui Verona, Brescia, Perugia,Sassari, Brindisi, Reggio Calabria.

Da allora, la crescita dei Clubs, in Italia è stata costante e notevole,tanto che ad oggi si contano oltre 1100 Clubs, con oltre 46.500 soci,organizzati nel multidistretto 108 – www.lions.it

La prima fase del lionismo in Italia, fu caratterizzata dalla  mancanza di conoscenza, da parte degli associati, dei veri scopi dell’Associazione.

Essi erano coscienti dalla forza derivante dall’associazionismo ma sapevano, solo e genericamente, che il Lions International era un’organizzazione “per fare del bene”, anche perché mancavano le informazioni dalla Sede Centrale. Gli aderenti appartenevano al censo elevato, e l’appartenenza all’Associazioneera, era per essi, il riconoscimento e l’occasione di ostentazione del loro status sociale. Le cerimonie erano molto mondane,condite dalla presenza di noti personaggi dello spettacolo, delle arti, della cultura,e le attività nel sociale erano di tipo assistenziale.

Molto spesso ci si associava nella speranza – contrariamente ai principi dell’Etica – di ottenere favori dagli altri associati.

Fino alla fine degli anni cinquanta l’attività culturale dei Clubs verteva prevalentemente su conversazioni di carattere medico e, in tono minore, su problemi urbanistici e architettonici, e sui più svariati argomenti, e l’attività nel sociale su offerte per iniziative caritatevoli.Solo con il tempo, con l’acquisizione dei principi e gli scopi del lionismo si formerà quella “mentalità” lionistica che porterà i Clubs ad aprire a tutte le professioni, indipendentemente dal ceto di appartenenza, a renderli, così, variegati nella loro struttura, ma, soprattutto, ad agire ed interagire nella e con la società, in una partecipazione attiva alla vita sociale, con mezzi e modo di operare diversi e apportanti veri e generali benefici alla collettività.

Momenti importanti di questa crescita furono i primi Congressi Nazionali, nei quali si confrontavano mentalità, culture e personalità diverse, ma che inconsapevolmente, con le loro proposte innovatrici,lavoravano per il bene dell’Associazione.

(Notizie tratte dal libro “la nostra storia” di Giusi Giannico)

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